Martedì, 14 Giugno 2005 11:24

Cinestate 2005 a San Gimignano

Scritto da  Gerardo

Comune di San Gimignano - Assessorato alla Cultura
Centro Internazionale di Studi sul Religioso Contemporaneo
In collaborazione con
CINEMA Cinemanagement – Circolo Cinematografico San Gimignano
Presenta
IL CINEMA DI ALBERTO RONDALLI
San Gimignano, 24-25 giugno 2005
INGRESSO LIBERO

Nel seguito dell’articolo trovi il programma e una scheda su Rondalli e sulle proiezioni in rassegna.
PROGRAMMA

Venerdì 24 giugno 2005

ore 21.15 – Arena Comunale Rocca di Montestaffoli
Quam mirabilis
Padre Pio da Pietrelcina


Sabato 25 giugno 2005

ore 10.00-13.00 / 15.00-18.00
Workshop sul cinema di A. Rondalli con l’autore

ore 18.00 – Sala Tamagni, Via San Giovanni, 38
Presentazione libro di Simona Pellino Alberto Rondalli: tre film (Quaderni del Cinestate n. 7)
Intervengono:
Daniele Dottorini, Gianna Coppini, Marco Lisi, Arnaldo Nesti, Simona Pellino, Alberto Rondalli, Stefano Socci

ore 21.45 – Arena Comunale Rocca di Montestaffoli
Dervis - Il Derviscio

Info c/o CISRECO
Palazzo Comunale – Piazza del Duomo, 2 – 53037 SAN GIMIGNANO (SI)
Tel.: 0577 990379 - Fax 0577 940112 E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.>Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.


LA SCHEDA

Profilo biografico di Alberto Rondalli

Nato a Lecco nel 1960, Alberto Rondalli dal 1989 si occupa di cinema e teatro frequentando la scuola Europea di Milano e "Ipotesi cinema" diretta da Ermanno Olmi. Ha al suo attivo seminari di regia teatrale con Eugenio Barba e di regia cinematografica con Krysztof Kieslowski.
In teatro realizza le messe in scena di Sceriffo 2 (1990) di Renzo Casali, Tango Notte (1991) e L'amante (1992) di Harold Pinter.
Al cinema realizza i corti: Tre tocchi, tre volte (1990), Il nome di un fiore (1991), Le nuvole (1992), Il temporale e le parole (1995), Nuovi esercizi (1996-97).

Il mediometraggio Quam Mirabilis del 1993 gli vale la menzione special della Giuria e Miglior Recitazione al Festival Internazionale di "Molodist" a Kiev, Miglior regia al "Sulmona Cinema '94", Miglior Interpretazione al festival di "Dunkerque", Premio Speciale della Giuria al "Festival di Messina".
Nel 1995 la rivista Linea d'Ombra lo premia come miglior regista giovane.
Nel 1997 realizza il suo primo lungometraggio Padre Pio da Pietralcina prodotto da Rai Uno.
Per la televisione tra il 1997 e il 1998 sigla diversi documentari per il programma A sua immagine per Rai Uno, Bonito per Rai International, Qualcosa di Tufo per Rai International (1998).
Nel 2000 dirige il film Dervis - Il Derviscio.

I film in rassegna

QUAM MIRABILIS
Regia: Alberto Rondalli
Sceneggiatura: Alberto Rondalli
Direttore della fotografia (16 mm, b&n) : Alberto Rondalli
Operatore: Gianni Secchi
Suono: Paolo Centoni
Musica: i canti O quam Mirabilis, De sancto Matthia, De sancta Maria, De sancto Ruperto sono di Hildegard von Bingen (Santa Ildegarda); Mors vitae propitia è di un anonimo francese del 1200. La cantante è Catherine Schroeder
Montaggio: Giulia Ciniselli, Alberto Rondalli
Interpreti: Giada Balestrini (Anna), Valeria Bugatto(Suor Natalie), Rocio Cuadrelli (Anna bambina),Barbara Santoni (la madre),Maite Lozano (suora), Georgette Cavestri (suora),Laura Castelli (suora),Elisabetta Faleni (Superiora), Anna Sivelli (Suor Amalia), Alberto Bargetto (il sacerdote)
Produzione: Alberto Rondalli in collaborazione con Metropolis Teatro & Altro
Origine: Italia, 1994
Durata: 58 min.

Il film, ispirato ad un fatto realmente accaduto, è ambientato in un convento di suore di clausura.
La protagonista, Anna, entra giovanissima in convento, dove compie il suo intinerario esistenziale e spirituale.
Dopo i primi tempi, in cui la novizia si muove con l’entusiasmo e la sicurezza dei neofiti, il dolore incomincia a insinuarsi nella sua vita quotidiana, fino a quando il suicidio di una suora determina il suo allontanamento definitivo da Dio.
L’arrivo di una giovane suora nel convento sconvolge la sua vita: senza rendersene conto, le due sorelle si innamorano e vivono con inconsapevolezza il loro amore platonico.
Questo non sfugge alla Madre Superiora, la quale interviene per allontanare la nuova venuta.
Le due suore fuggono dal chiostro, ma vengono presto raggiunte dalla stessa Superiora e da un sacerdote.

Premi: Menzione Speciale della Giuria 1994 e Premio per la Migliore Recitazione al Molodist Film Festival di Kiev 1994. Migliore Regia a Sulmonacinema 1994 Premio Linea d’Ombra, Miglior Regista Giovane 1994 Miglior Film al Missing Film Festival 1994 Migliore interpretazione femminile al Festival del Cinema di Dunkerque 1995 Premio speciale della giuria al Messina Film Festival 1995

PADRE PIO DA PIETRELCINA
Regia: Alberto Rondalli
Sceneggiatura: Alberto Rondalli e Marcello Siena
Direttore della fotografia: Aldo Di Marcantonio
Montaggio: Alberto Rondalli e Giulia Ciniselli
Scenografia: Sabrina Balestra
Costumi: Teresa Acone
Presa diretta: Amedeo Casati
Interpreti: Antonio Buil Puejo (Padre Pio), Renato Carpentieri (Padre Agostino), Lucio Allocca (Padre Benedetto), Tonino Taiuti (Mercurio), Tina Femiano (la madre), Riccardo Zinna (Padre Paolino), Achille Brugnini (Mons. Maccari), Almerica Schiavo (la donna con la valigia), Pier Luigi Cervetti (sindaco).
Produzione: I.C. SIRE srl per RAI 1.
Origine: Italia, 1997
Durata: 100 minuti

Nel 1960, arriva a San Giovanni Rotondo, il Monsignor Maccari, inviato del Papa per l’ennesima indagine sul Frate.
In seguito, con un lungo salto all'indietro, il film racconta la storia di Padre Pio, dalla sua entrata in convento, avvenuta all’età di quindici anni, quando si chiamava ancora Francesco Forgione, fino alla sua morte, avuta luogo nel settembre del 1968.
La durezza della disciplina del convento e la personalità particolarmente sensibile, hanno favorito nel frate, fin da giovanissimo, il sorgere di una serie sempre più intensa di fenomeni mistici, ma è la stimmatizzazione a renderlo noto al pubblico di fedeli e non.
Da quel momento, infatti, intorno al piccolo convento del Gargano si scatena una tempesta ininterrotta di polemiche, indagini del Santo Uffizio, manifestazioni di devozione popolare sconfinanti spesso nel fanatismo, che non termineranno neppure con la sua scomparsa.


DERVIS – IL DERVISCIO
Regia: Alberto Rondalli
Sceneggiatura: Alberto Rondalli
Soggetto: Alberto Rondalli da Il derviscio e la morte di Mesa Selimovic
Direttore della fotografia: Claudio Collepiccolo
Montaggio: Alberto Rondalli con la collaborazione di Caterina Dal Molin
Scenografia: Cosimo Gomez e Luigi Marchione
Costumi: Nicoletta Taranta
Direttore di produzione: Alessandro Calosci
Musiche: Kemal Karaoz e Nehmet Fatih Citlak
Suoni in presa diretta: Antonio Ricossa
Interpreti: Antonio Buil Puejo (Nurettin), Cezmi Baskin (Hasan), Ruhi Sari (Jusuf), Basak Koklukaya (Sersen), Soner Agin (Sinanettin), Haldun Boysan (Dzemal), Erdem Ozipek (Muhammed), Menderes Samancilar (Izak).
Produzione: Cinemaundici srl, Ipotesi Cinema srl, AFS Istanbul, RAI Cinema
Origine: Italia, 2001
Durata: 120 minuti

Il derviscio Ahmed Nurettin è lo sceicco della tekija (ovvero il capo della comunità civile e religiosa) dell’ordine dei Mevlevi in una cittadina di provincia dell’Impero Ottomano al tempo della dominazione turca, intorno al 1900.
Nurettin vive in un suo mondo di certezze assolute e di verità eterne, codificate e sanzionate nel Corano.
Egli rifugge dall’azione e dal concreto impegno dell’uomo nella storia finché, un giorno, suo fratello minore viene arrestato senza alcuna colpa.
A nulla giovano la posizione di Nurettin, il suo prestigio sociale e i suoi tentativi d’intervento presso i potenti: il fratello viene giustiziato.
Da questo momento in poi, le sicurezze di Nurettin vacillano e, spinto dall'odio e da un ossessivo desiderio di vendetta, viene costretto ad agire.
Ahmed Nurettin prima fomenta una rivolta, poi causa la morte di coloro che lo hanno offeso.
La spirale del potere lo travolge ed è costretto a operare a sua volta un arbitrio, altrettanto fatale di quello che aveva causato la perdita del fratello: decreta l’arresto del suo unico amico, il nobile Hasan.
È una decisione, quest’ultima, che determinerà il suo ineluttabile destino.

Premi: Menzione Speciale della Giuria Giovani al Festival di Locarno 2001. Miglior Film al Festival del Cinema di Gallio 2002. Migliore Sceneggiatura al festival del Cinema Indipendente di Foggia 2002.
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